Le serre del Giardino della biodiversità sono aperte

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Giovedì 10 luglio alle ore 18.30 l’Orto botanico ospita un nuovo appuntamento della rassegna Racconti della Natura, dedicato all’affascinante racconto dell’uso del veleno.

Uomini e donne, santi e assassini, animali fantastici, antidoti e amari calici, speziali e confidenti, crimini e processi: ecco gli ingredienti di questa storia. Nel Medioevo, il veleno era una minaccia costante, tanto che le morti per avvelenamento erano relativamente comuni, e l’arsenico, con la sua letale efficacia e la sua invisibilità, era una delle sostanze più micidiali. Le narrazioni letterarie, le cronache e le rappresentazioni artistiche hanno alimentato un immaginario del veleno come arma segreta e insidiosa e delle donne come le principali «avvelenatrici». A partire dalle fonti storiche, Beatrice Del Bo decostruisce alcuni falsi miti di un fenomeno che ha affascinato e spaventato l’umanità per secoli: l’uso del veleno coinvolgeva uomini e donne di ogni ceto sociale, infiltrandosi tanto nelle corti nobiliari quanto nei mercati e nelle taverne delle città, e non era solo uno strumento di morte, ma anche di cura e un simbolo di autorità e controllo, capace di sconvolgere le dinamiche del potere e della vita quotidiana. La vera storia di un nemico spesso invisibile.

L’evento è gratuito e non comprende la visita all’Orto botanico. Per partecipare è richiesta la prenotazione online, compilando il form di iscrizione.

Arsenico e altri veleni. Una storia letale nel Medioevo (il Mulino) è in vendita presso il bookshop a partire dal 10 luglio. Al termine dell’evento è previsto un breve firmacopie.

Beatrice Del Bo insegna Storia economica e sociale del Medioevo e Didattica della storia nell’Università degli Studi di Milano. Il suo ultimo libro con il Mulino è «L’età del lume. Una storia della luce nel Medioevo» (2023). È una specialista di storia della banca e del credito, di storia degli artigiani e dei mercanti, di immigrazione, integrazione e cittadinanza nelle realtà urbane bassomedievali. Si occupa da anni di corti rinascimentali e di aristocrazie subalpine e delle forme di esercizio e di esibizione del potere.

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