Istituito a fini scientifici e didattici per la coltivazione di piante medicinali, l’Orto botanico dell’Università di Padova ha conservato intatte la propria collocazione originaria e le caratteristiche dell’impianto cinquecentesco. Molte specie vegetali furono introdotte per la prima volta in Italia e in Europa attraverso l’Orto botanico di Padova, che beneficiava del ruolo cruciale della Repubblica di Venezia, dei suoi possedimenti e delle sue rotte commerciali.

Dal 1997 è inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco per il suo ruolo riconosciuto nel campo della disseminazione della conoscenza botanica e per l’importanza culturale del suo orto medicinale. Nel 2014 l’Orto botanico ha ampliato il proprio patrimonio naturalistico realizzando il Giardino della biodiversità: cinque grandi serre che simulano le condizioni climatiche dei biomi del pianeta (tropicale, sub-umido, temperato, mediterraneo, arido), in un percorso che intreccia storie di piante e di popoli: un grande atlante vegetale, attualmente chiuso al pubblico per lavori di manutenzione straordinaria, che permette di esplorare il Pianeta Terra.

Si conclude nel 2018 il restauro conservativo delle serre Ottocentesche, realizzate tra il 1804 e il 1818 e dedicate alla conservazione degli esemplari nei mesi più freddi, che ospitano oggi la collezione delle piante insettivore. Nel 2023 viene aperto al pubblico il Museo botanico, una selezione del patrimonio storico dell’Università di Padova prima non visibile al grande pubblico, che racconta la storia dell’Orto, attraverso le sue piante e i protagonisti di cinque secoli di relazione tra botanica e medicina. Custodisce erbari storici, strumenti, installazioni interattive e una preziosa collezione di antichi arredi di farmacia, libri, e droghe.

Oggi l’Orto botanico di Padova conta oltre 3.500 specie e 6.000 esemplari vegetali. La sua pianta simbolo è la Palma di Goethe, messa a dimora nel 1585 e così chiamata perché fu fonte di ispirazione per il celebre autore tedesco, che l’aveva ammirata nel 1786 nella scrittura del suo saggio botanico La metamorfosi delle piante.