I rifugiati sono stati sradicati, hanno visto le loro esistenze strappate via, rivoltate e trapiantate brutalmente in un suolo altro, in un ambiente diverso, un differente clima, ecosistema… Rimettere radici può riguardare la condizione del rifugiato, ma, in fondo, la condizione universale di tutti coloro che si ritrovano a vivere il dramma dello sradicamento e devono tentare, in qualche modo, di ripartire. Un processo doloroso, faticoso, ma che lascia aperto uno spiraglio di speranza. (Martina Bastianello)
GIOVEDÌ 1 MAGGIO – DOMENICA 3 AGOSTO 2025
Mostra
Per i 50 anni di Amnesty International Italia
Compresa nel biglietto di ingresso
Sessanta vedute. Sessanta storie. Sessanta rifugiati che, insieme all’architetto e disegnatore Matteo Pericoli, hanno trasformato una finestra in una narrazione visiva e personale. Finestre sull’altrove è un progetto ideato da Bill Shipsey, fondatore di Art for Human Rights, e Matteo Pericoli, realizzato tra il 2018 e il 2021 per Amnesty International Italia.
Il percorso espositivo raccoglie sessanta disegni originali realizzati da Pericoli, ognuno accompagnato dal racconto intimo di chi ha affrontato lo sradicamento, la perdita, ma anche la rinascita in una nuova terra. L’idea di portare questa esperienza all’Orto botanico di Padova nasce da un’intuizione di Martina Bastianello, che ha colto un dialogo profondo tra il progetto e il patrimonio vegetale dell’Orto botanico. Proprio come gli alberi evocati con struggente affetto nei racconti dei rifugiati, le finestre della mostra si affacciano su memorie, identità e speranze. In molti scrivono degli alberi della loro infanzia e dei nuovi alberi osservati oggi: un filo verde e vivo che unisce passato e presente.
Il tiglio rovesciato di Linneo – capace di trasformare rami in radici – diventa simbolo della condizione del rifugiato: vite capovolte che cercano di mettere nuove radici in un terreno altro. È una metafora potente, che parla anche a chiunque viva un’esperienza di cambiamento profondo, di dislocazione, di ricostruzione.
Come scriveva Gianni Rufini, allora direttore di Amnesty International Italia:
“Non solo che gli occhi vedano, ma che vedano attraverso altri occhi: occhi che non sono né ‘nostri’ né ‘loro’, bensì occhi comuni, sguardi condivisi…”. Finestre sull’altrove invita proprio a questo: guardare il mondo attraverso occhi diversi, lasciandosi toccare da storie che ci riguardano tutti.