La palma di S. Pietro, messa a dimora nel 1585, è la pianta più antica presente nell’Orto botanico di Padova ed è universalmente nota come “Palma di Goethe” da quando il grande poeta tedesco, dopo averla ammirata il 27 settembre 1786, formulò la sua intuizione evolutiva contenuta nel saggio La metamorfosi delle piante (1790). In questo scritto Goethe ricorda che il giardiniere dell’Orto botanico aveva prelevato diversi campioni dell’esemplare, riuniti in grandi cartelle che il poeta portò con sé nel suo viaggio e che tenne ben presenti durante la stesura delle metamorfosi.
Una delle caratteristiche di questa pianta risiede appunto nel fatto che le foglie basali sono intere, quelle intermedie iniziano a dividersi lungo le nervature, fino a sfrangiarsi in un ventaglio di lacinie lineari nelle foglie superiori.
Goethe definì l’Orto botanico padovano un luogo “tanto più grazioso e allegro” dove “tra tanta varietà di piante che vedo per la prima volta, mi si fa sempre più chiara e viva l’ipotesi che in conclusione tutte le forme delle piante si possano fare derivare da una pianta sola”. L’osservazione e descrizione del polimorfismo di Goethe è di grande importanza poiché è alla base della moderna fisiologia vegetale.
Della sua visita all’Orto botanico il poeta raccontò anche che molte piante potevano rimanere all’aperto d’inverno – se vicine al muro circolare – e che, sul declinare di ottobre, molte piante venivano protette da serre riscaldate.
Molto comune in parchi e giardini dove le condizioni ambientali lo permettono, questa specie ha dimensioni piuttosto ridotte rispetto alle altre palme coltivate per ornamento e viene perciò chiamata anche palma nana. Cresce spontanea lungo le coste del Mediterraneo occidentale in formazioni a macchia piuttosto degradata, spesso anche in luoghi inaccessibili dove si è rifugiata per sfuggire all’intenso sfruttamento e quindi alla distruzione da parte dell’uomo, che ha utilizzato (e ancora utilizza) le sue foglie per la produzione di scope e di funi, ma soprattutto come materiale da imbottitura.
La palma nana è una sorta di eredità della flora italiana del Terziario (circa 65 milioni di anni fa), e attualmente è l’unica specie di palma autoctona a essere sopravvissuta alle glaciazioni che hanno colpito l’Europa fino a 12.000 anni fa.
Questa palma si trova all’interno dell’Hortus sphaericus, in una apposita serra ottagonale situata presso la porta Nord, nel settore delle piante medicinali. Questa protezione le ha permesso di sviluppare vari fusti che raggiungono l’eccezionale altezza di circa 12 metri, mentre gli esemplari non coltivati raramente superano i due/tre metri.