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Achille Forti e le sue collezioni. Studiare la biodiversità tra storia e scienza
Il progetto intende studiare la figura, l’opera e le collezioni del botanico veronese Achille Forti (1878-1937). Allievo di Pier Andrea Saccardo, apportò fondamentali contributi all'algologia, diventando un punto di riferimento per molti algologi del tempo. Il Museo botanico di Padova conserva le sue collezioni, tra cui l’Algario, la Diatomoteca e la Collezione di lastre fotografiche, mentre la Biblioteca storica di medicina e botanica Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili conserva i volumi e la miscellanea di argomento botanico.
La ricerca ricostruisce l’attività scientifica di Forti e la storia dell’Algario e della Diatomoteca, quali archivi di biodiversità. L'Algario (che sarà digitalizzato nell'ambito del progetto "Digitalizzazione dell’algario di Achille Forti" - v. sopra) consta di oltre 100 pacchi, per un totale di circa 30.000 campioni provenienti da tutto il mondo e risalenti agli anni 1850-1936, raccolti da Forti stesso, da colleghi oppure provenienti da altri erbari. La Diatomoteca è costituita da circa 7900 vetrini con diatomee fossili e recenti, raccolte e preparate da Forti o provenienti da altre collezioni.
Lo studio integrato di collezioni così ricche e stratificate, degli scritti e della corrispondenza di Forti apporta interessanti contributi alle attuali ricerche sulla biodiversità, attraverso il confronto tra passato e presente e l'intreccio di storia e scienza.