Riqualificazione del canale Alicorno


L'Alicorno è uno dei canali artificiali che scorrono all'interno del centro storico di Padova. Nasce dal Bacchiglione, di cui costituisce un ramo secondario. Si ritiene che il canale sia stato scavato intorno al 1230 dai monaci benedettini per irrigare gli orti e alimentare i mulini della zona.

Oggi il suo percorso, in larga parte tombinato, attraversa Prato della Valle, dove ricambia le acque che scorrono attorno all'Isola Memmia per poi riemergere e attraversare l’Orto Botanico, unendo poi le sue acque, a valle di Pontecorvo, con il canale santa Chiara dove alimenta lo specchio d'acqua dello storico Parco Treves, prima di terminare il suo tragitto e formare il Canale san Massimo.

Gli ultimi lavori di sistemazione idraulica di rilievo risalgono al 1946 con la regolazione del fondo del canale Alicorno (in concomitanza con l'espurgo della canaletta del Prato della Valle), mentre è del 1954 l'attuale assetto del canale, trasformato per larghi tratti in un condotto, sulla base di un progetto affidato dalla municipalità a Francesco Marzolo, docente di idraulica tecnica dell'Università di Padova.

A distanza di settant'anni, nel settembre 2024 prendono avvio i lavori di riqualificazione del tratto del canale Alicorno che lambisce l’Orto botanico.

Grazie a un protocollo d’intesa tra Università e Consorzio di bonifica Bacchiglione, sul tratto emerso di 300 metri adiacente all'Hortus cinctus si realizza un intervento di pulizia del fondo con rimozione e smaltimento del materiale fangoso presente, acccompagnato dalla sistemazione delle sponde con la tecnica della palificata di castagno e l'utilizzo del sasso a rivestire e consolidare le sponde. A completare l'intervento è la potatura della vegetazione presente lungo il canale con conservazione delle specie spontanee di ambiente umido.

L'attività, ispirata dalla volontà di preservare una parte del patrimonio storico e ambientale della città messa a dura prova dall'alta densità abitativa della zona, mira alla bonifica del fondale melmoso ampiamente disseminato di residui ferrosi e rifiuti solidi urbani stimato in circa 500 metri cubi di materiale su una profondità di scavo di circa 20 centimetri.

Per un canale che per secoli ha svolto il fondamentale compito di garantire l'approvvigionamento idrico dell'Orto – oggi stressato anche dalle periodiche crisi idriche (nel 2023 è stata condotta un'operazione di salvataggio di tutte le specie ittiche presenti) – si tratta insieme di una rinascita e di un'occasione di riscoperta, per l'intera comunità cittadina, di un capitolo importante della storia di Padova città d'acque.

Il progetto si inserisce all’interno del programma d’interventi presentato dall’Università di Padova, tramite il Centro di Ateneo Orto botanico, per il recupero e la valorizzazione dell’Orto e finanziato dal Ministero della cultura con 270.000 euro.